Sonno, incubi e risvegli notturni. Come accompagnare i bambini ad una buona notte?

Sonno, incubi e risvegli notturni. Come accompagnare i bambini ad una buona notte?

Il sonno è un bisogno fondamentale del bambino, si tratta di un fenomeno complesso, che si evolve e si modifica durante la crescita. Il ritmo e la durata del sonno saranno quindi diversi a seconda delle età, delle fasi di sviluppo e delle caratteristiche di ogni singolo bambino.

L’addormentamento è spesso un momento cruciale nella giornata di un bambino che si prepara ad affrontare l’avventura della notte: lasciar andare il giorno e tutto ciò che questo comporta. Il passaggio dal giorno alla notte è infatti un’esperienza di transizione, di separazione, di perdita di controllo sulla realtà esterna; segna un distacco dai genitori ma anche dal mondo esterno, dalla vita con gli altri, dai giochi e da tutti quei nuovi interessi che il bambino sta scoprendo. Ecco che spesso i genitori assistono a delle vere e proprie lotte contro il sonno: nonostante la stanchezza evidente, i bambini sono così eccitati per tutto quello che stanno vivendo che fanno fatica ad addormentarsi.              
Ma questa fatica nasconde spesso una paura profonda, radicata nell’immaginario infantile: l’ansia che abbandonando il mondo -per dormire – tutto ciò che esiste attorno al bambino, svanisca nel nulla. Che cosa succederà mentre io dormirò? Mamma e papà saranno ancora qui quando mi sveglierò? Qualcuno poterà via i miei preziosissimi giochi?, ecco cosa potrebbe pensare il bambino prima di coricarsi.

Nel rifiuto di andare a letto o nel posticipare il più possibile questo momento possiamo leggere dunque una domanda di presenza, di vicinanza, di aiuto.             
Ecco allora che già una luce lieve, una musica delicata, l’inseparabile peluches sono dei buoni compagni di viaggio in questa avventura, mentre invece la voce della mamma o del papà restano sicuramente i migliori alleati. Sarebbe importante riuscire a trovare un tempo da dedicare alla buona notte, creando un rituale che aiuti il bambino ad addormentarsi serenamente: ripetendosi sempre allo stesso modo, i rituali diventano rassicuranti proprio perché conoscendoli, il bambino può controllarli.  

Rispetto alla qualità del sonno, possiamo immaginarci che questa sia sensibile allo stato di tranquillità oppure di tensione che circola in famiglia. I bambini sono abilissimi nel captare le sensazioni e le emozioni nell’ambiente che li circonda: se questo è minaccioso oppure troppo carico di sollecitazioni può essere difficile per il bambino lasciarsi andare nel sonno.   
Inoltre, tutto ciò che modifica la vita del bambino crea scompiglio e richiede un adattamento che può riflettersi anche nel sonno, andando a modificare il ritmo sonno-veglia o rendendo più complicato il momento dell’addormentamento: ne sono un esempio la dentizione o lo svezzamento, i passaggi importanti come i primi passi, l’inserimento all’asilo o un trasloco, eventi con forti risvolti emotivi come la nascita di un fratellino, la separazione dei genitori, un lutto.         

Infine, tra i due e tre anni i bambini attraversano spesso una fase di paure, che l’inconscio esprime attraverso i sogni trasformandoli in incubi. In questo periodo del loro sviluppo, il passaggio dalla dipendenza alle prime autonomie comporta diverse sfide, ricche di rischi e pericoli, che portano il bambino a confrontarsi con i propri limiti, facendoli sentire a volte fragili ed insicuri. Nascono così le prime paure e insicurezze, alle quali si aggiungono quelle che riflettono i primi conflitti edipici (i sentimenti di gelosia e rivalità), che vengono espresse in modo simbolico attraverso il gioco di giorno ed il sogno di notte.
Possono comparire mostri, lupi e animali feroci negli incubi dei bambini di questa età: questi personaggi diventano così il simbolo dei primi sentimenti aggressivi con cui il bambino inizia a confrontarsi. In questo modo il lupo assume il ruolo di cattivo che compie quelle cose che il bambino inconsciamente fantastica di fare (ad esempio far sparire il fratellino di cui è geloso, o i genitori che lo hanno sgridato).

Quando il bambino nel cuore della notte si sveglia terrorizzato da un brutto sogno ha bisogno che qualcuno risponda al suo richiamo: la presenza del genitore, la sua mano, il suo abbraccio, le sue carezze offrono un contenimento fisico che limita anche le angosce più profonde. L’indomani mattina poi, quando il bambino sarà più sereno, sarà possibile tornare sull’argomento e affrontarlo anche verbalmente: farsi raccontare, disegnare, mettere in scena il cattivo sono dei possibili modi per limitare l’angoscia, per intrappolarla e renderla così meno inquietante.

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